Recensione film Gomorra

Cinema / News - 05 October 2008 19:17

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Vedere la trasposizione cinematografica del libro Gomorra dopo essere riemersi dalla lettura di pagine dense di dettagli, fa apparire il film un po’ riduttivo nella trama.

I limiti temporali non riescono a ricreare l’intera misura della cancrena che lentamente si è sviluppata dentro e fuori dell’Italia. Ciò nonostante la realizzazione cinematografica è molto bella perché riesce a presentare i fatti con un’efficacia che lascia storditi. Infatti, solo la potenza evocativa delle immagini è in grado di aprire gli sguardi sulla profonda desolazione e l’umiliazione di quartieri come Le Vele di Scampia che da soli parlano di indifferenza, di mancanza di rispetto della vita umana e ci buttano dentro il degrado più buio dove la criminalità può agire e svilupparsi indisturbata giocando con le vite di una comunità di persone che sopravvive come topi in una tana. Il film ripercorre solo alcuni filoni presentati dal libro come le vicende di due minorenni (Marco e Ciro) che si ribellano al “Sistema” per poter fare sistema a sé, usando, però, le stesse regole ed armi della camorra. Verranno puniti per questa sfrontata sfida al controllo assoluto dei clan. Lo svolgersi degli eventi segue anche la follia criminale dell’enorme business legato ai rifiuti tossici. Una scena emblematica presenta l’arrivo di una squadra di minorenni, reclutata in pochi minuti per le strade, chiamati a guidare camion carichi di rifiuti tossici. Seduti su pile di cuscini questi adolescenti imparano le semplici operazioni di manovra in avanti e di frenata lungo la scarpata per portare le merci a destinazione lungo i pochi metri che portano alla discarica dove tutti, ormai, si rifiutano di andare per paura di contaminazioni e altri danni fisici. La regia procede per riprese veloci e ben sincronizzate tra una trama e l’altra e assicura un bel ritmo all’insieme della storia. Le scene sono girate per lo più in esterno con molte comparse scritturate tra la gente del posto. Il film è molto crudo e realista – realizzato con un distacco lucido, a tratti, quasi da documentario - specialmente nelle scene girate nel quartiere le Vele. Esemplare è la storia di Don Ciro – interpretato da Gianfelice Imparato – cassiere del clan dominante poi decaduto dal ruolo con l’inizio della guerra con il clan emergente degli “scissionisti”: non c’è prospettiva di vita oltre il sistema della camorra. Bellissima l’interpretazione di Toni Servillo nel ruolo del raffinato consulente aziendale per lo smaltimento dei rifiuti tossici (Franco) in contatto con aziende soprattutto del nord Italia: un’eleganza perfetta appestata dall’odore di discarica e di truffa criminale. Il film è sottotitolato in italiano per permettere di seguire i dialoghi tra i protagonisti che si svolgono in dialetto locale: un altro modo per sottolineare l’incomunicabilità con un mondo primitivo che, tragicamente, fa parte della vita del nostro paese.

Gomorra. Ita. 2008. Regia: Matteo Garrone. Soggetto: tratto dal romanzo “Gomorra” (Mondadori) di Roberto Saviano. Sceneggiatura: Matteo Garrone, Roberto Saviano, Ugo Chiti, Maurizio Braucci, Gianni Di Gregorio, Massimo Gaudioso. Musica: Rosario Miraggio, Alessio, Raffaello, Nino D'Angelo. Produzione: Fandango, Rai Cinema. Attori: Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra, Salvatore Abruzzese, Marco Macor, Ciro Petrone. Distribuzione: 01 Distribution. Genere: Drammatico. Durata: 135'.

 

 

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